BIOGRAFIA Roberto Picchi (1996),
artista visivo, sviluppa una ricerca pittorica e scultorea stratificata che considera in particolar modo le dinamiche del clima, della meteorologia, della salvaguardia ambientale e delle dinamiche di cambiamento nel contesto naturale. Negli anni partecipa a diverse residenze artistiche, tra le quali, Falia Air 2019 a Lozio in Valcamonica, V_Air 2019 presso il Museo Must di Vimercate, Villa Greppi Air 2019 presso la sala Carlo Ratti dell’omonima villa e Palazzo Monti nel 2020. Ha esposto tra gli altri al Motoco di Mulhouse, in occasione della XIV° Biennale de la Jeune création contemporaine, al Mana Contemporary di Jersey City, a Palazzo Monti a Brescia, alla Fondazione L’Arsenale di Iseo, al Museo d’arte contemporanea di Luzzana - Donazione Meli, al Museo Must di Vimercate ed al Museo civico di Crema e del Cremasco. |
BIOGRAFIA Nicola Zanni (1995)
ha affrontato un percorso di studi tra Bergamo ed Urbino. Il suo linguaggio ibrido si risolve spesso nella dimensione installativa che presenta l’utilizzo di differenti tecniche e materiali, dal disegno al video. Gli interessi tendenti all’antropologia lo portano a concepire l’opera come un atto che modifica al pari di un qualsiasi insediamento umano o intervento, anche scenografico, testimone di un rapporto in cui la discussione sui luoghi è sempre centrale. Prende parte alla collettiva “Il Bagatto” a cura di Michele Bertolini nell’ambito di The Blank ArtDate (La città dei destini incrociati, 2016), espone tra gli altri al Museo Civico di Crema e del Cremasco, partecipa alla residenza Falia Air 2019 a Lozio in Valle Camonica. Nel 2020 è vincitore dell’international open call lanciata da Casa Testori per l’assistenza alla realizzazione del film “I Am Not Legend” di Andrea Mastrovito ed è stato selezionato tra i vincitori della I° edizione “Letto ad Arte” promosso dal Cotonificio Zambaiti. |
Picchi - Zanni 2022 © courtesy of the Artists and AIR*M organization ^ 26 agosto 2022 foto di Gino Di Paolo
Picchi - Zanni 2022 © courtesy of the Artists and AIR*M organization ^ foto di Mario Sarnataro
dall'articolo di Bianca Basile per BALLOON PROJECT > LINK
[...] IN, FRA, il progetto vincitore di AIR*M PRIZE è stato scelto proprio per aver colto l’innesto indissolubile tra il presente e il passato nella vita economica, sociale e culturale di Frattura, il cui simbolo concreto è proprio il fagiolo bianco. Roberto Picchi (1996, Erba – CO) e Nicola Zanni (1995, Lovere – Bergamo) hanno dialogato a lungo con l’antropologa Anna Rizzo, grazie alla quale hanno potuto acquisire «istantanee di vita radicale, tra immagini di inevitabile isolamento, di forte adattamento e di necessità stringenti». La mano, in quanto «elemento ramificato del corpo umano» e strumento di relazione, è stato posta all’origine del loro progetto. Gli artisti hanno chiesto agli abitanti di prestare loro un dito per farne un calco, a partire da una struttura a forma di baccello, da cui hanno ricavato decine di “protesi” personalizzate da poter indossare e “performare” in mostra.
Il ruolo del baccello nel custodire i semi, viene così amplificato, arrivando a contenere, simbolicamente, le testimonianze della tradizione e il persistere dei legami sociali e culturali locali. A ogni dito impresso corrispondeva infatti una storia condivisa, raggiungendo un totale di 50 calchi: quasi il triplo del numero di abitanti di Frattura durante l’inverno.
Nella project room riservata ai vincitori, una parete è stata dedicata agli appunti, agli schizzi del processo di lavoro e ai commenti lasciati dai visitatori. Su un’altra parete invece sono state allineate una serie di canne di bambù, usate solitamente per sorreggere le piante di fagiolo, al cui apice sono stati inseriti alcuni calchi. Infine la finestra è assurta a simbolo metodologico: permettendo l’ingresso nella stanza di un ramo dell’ippocastano addossato all’edificio, viene ribadita l’importanza dell’interazione tra interno ed esterno, quando si parla di luoghi e di corpi.
I vincitori sono stati scelti tra cinque finalisti: la coppia Chiara Gambirasio e Max Mondini; Chiara Mecenero, Anna Moraes e Silvia Ontario, con una menzione speciale a Federica Mocchetti. La giuria, composta da Geraldina Albegiani, Bianca Basile, Valentina Colella, Rosanna Pezzella, ha seguito nella selezione i seguenti criteri: ricerca sul campo, essenzialità concettuale e materica, adattabilità a condizioni di lavoro spartane, disponibilità allo scambio con gli altri artisti e gli abitanti. [...]
[...] IN, FRA, il progetto vincitore di AIR*M PRIZE è stato scelto proprio per aver colto l’innesto indissolubile tra il presente e il passato nella vita economica, sociale e culturale di Frattura, il cui simbolo concreto è proprio il fagiolo bianco. Roberto Picchi (1996, Erba – CO) e Nicola Zanni (1995, Lovere – Bergamo) hanno dialogato a lungo con l’antropologa Anna Rizzo, grazie alla quale hanno potuto acquisire «istantanee di vita radicale, tra immagini di inevitabile isolamento, di forte adattamento e di necessità stringenti». La mano, in quanto «elemento ramificato del corpo umano» e strumento di relazione, è stato posta all’origine del loro progetto. Gli artisti hanno chiesto agli abitanti di prestare loro un dito per farne un calco, a partire da una struttura a forma di baccello, da cui hanno ricavato decine di “protesi” personalizzate da poter indossare e “performare” in mostra.
Il ruolo del baccello nel custodire i semi, viene così amplificato, arrivando a contenere, simbolicamente, le testimonianze della tradizione e il persistere dei legami sociali e culturali locali. A ogni dito impresso corrispondeva infatti una storia condivisa, raggiungendo un totale di 50 calchi: quasi il triplo del numero di abitanti di Frattura durante l’inverno.
Nella project room riservata ai vincitori, una parete è stata dedicata agli appunti, agli schizzi del processo di lavoro e ai commenti lasciati dai visitatori. Su un’altra parete invece sono state allineate una serie di canne di bambù, usate solitamente per sorreggere le piante di fagiolo, al cui apice sono stati inseriti alcuni calchi. Infine la finestra è assurta a simbolo metodologico: permettendo l’ingresso nella stanza di un ramo dell’ippocastano addossato all’edificio, viene ribadita l’importanza dell’interazione tra interno ed esterno, quando si parla di luoghi e di corpi.
I vincitori sono stati scelti tra cinque finalisti: la coppia Chiara Gambirasio e Max Mondini; Chiara Mecenero, Anna Moraes e Silvia Ontario, con una menzione speciale a Federica Mocchetti. La giuria, composta da Geraldina Albegiani, Bianca Basile, Valentina Colella, Rosanna Pezzella, ha seguito nella selezione i seguenti criteri: ricerca sul campo, essenzialità concettuale e materica, adattabilità a condizioni di lavoro spartane, disponibilità allo scambio con gli altri artisti e gli abitanti. [...]