BIOGRAFIA Laura Piccioni (Sant’Omero, Teramo, 2000)
Di origine abruzzese, la produzione artistica è stata la costante della sua vita, il filo conduttore di tutte le esperienze vissute. Il presupposto è la sperimentazione di diverse forme di espressione, il tutto accompagnato da una salda curiosità e una forte voglia di imparare. Con le sue installazioni di carta riciclata ed altre componenti naturali, indaga sullo stretto legame tra uomo e natura, secondo un percorso tracciato ed interattivo per lo spettatore. L’obiettivo è di delineare una catalogazione delle fasi fondamentali nei rapporti evolutivi Dopo l'esperienza alla quarta edizione di AIR*M decide di dedicare la sua tesi di laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli al progetto nato proprio per la residenza a Frattura di Scanno 'Botanica delle Emozioni'.
Di origine abruzzese, la produzione artistica è stata la costante della sua vita, il filo conduttore di tutte le esperienze vissute. Il presupposto è la sperimentazione di diverse forme di espressione, il tutto accompagnato da una salda curiosità e una forte voglia di imparare. Con le sue installazioni di carta riciclata ed altre componenti naturali, indaga sullo stretto legame tra uomo e natura, secondo un percorso tracciato ed interattivo per lo spettatore. L’obiettivo è di delineare una catalogazione delle fasi fondamentali nei rapporti evolutivi Dopo l'esperienza alla quarta edizione di AIR*M decide di dedicare la sua tesi di laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli al progetto nato proprio per la residenza a Frattura di Scanno 'Botanica delle Emozioni'.
Laura Piccioni 2022 © courtesy of the Artists and AIR*M organization foto di Gino Di Paolo e Mario Sarnataro
dall'articolo di Bianca Basile per BALLOON PROJECT > LINK
[...] Entrando nella prima stanza convivono i lavori delle studentesse dell’Accademia di Napoli, Laura Piccioni (2000, Sant’Omero – TE) e Monica Venuti (1999, Grottaglie – TA).
Il lavoro di Laura, “Botanica delle emozioni”, si struttura in tre fasi, comuni allo sviluppo botanico e a quello delle relazioni umane: SCELTA, CRESCITA e DIALOGO. Sul pavimento la scelta si manifesta nel percorso da fare per attraversare lo spazio espositivo, disseminato di coni di terra proveniente dall’orto adiacente alla residenza, cui tutti i partecipanti di AIR*M hanno lavorato a turno. Sopra ogni cumulo di terra si posa una sfera di petali di carta riciclata, tagliati a mano dall’artista con l’aiuto delle assistenti più grandi. Tre sono le dimensioni delle trenta sfere, a simboleggiare le opportunità che incontriamo e la difficoltà nello scegliere le più vicine a noi. Anche la terra utilizzata differisce, al variare della grandezza delle sfere: setacciata a livello di pigmento per le piccole; mista ai sassolini prelevati dalla frattura preistorica del Monte Genzana, che ha dato vita al lago di Scanno, per le medie; con una sola setacciatura, quindi quasi allo stato naturale, per le grandi. Questa genesi è ancora meglio rappresentata dal suo secondo lavoro: qui la crescita dei legami delle persone con il territorio è simboleggiata dall’intreccio a mano di sottili fili di lana da tessitura a formare la corda di un pendolo, la cui parte oscillante, mossa al passaggio dei visitatori, è costituita da una roccia proveniente dalla spaccatura seguita al terremoto del 1915, che ha travolto Frattura Vecchia, ricostruita più in basso negli anni Trenta. La fase del dialogo invece, è la finale del percorso evolutivo e rappresenta la volontà di equilibrio e stabilità tra due soggetti. Il lavoro si costituisce di due file composte ciascuna da tre pannelli in polpa di carta: i primi sono bianchi e presentano ognuno un inserto vegetale diverso che risulta poi amalgamato nei moduli della fila sottostante. Le specie vegetali scelte per gli innesti sono state: il fagiolo bianco, che in Italia cresce bene solo in una conca di Frattura, e il tasso barbasso, pianta spontanea dai diversi usi. Queste due piante sono state dapprima inserite singolarmente e poi nella terza colonna sono state innestate tra loro, in una valorizzazione reciproca delle loro differenze.
[...] Entrando nella prima stanza convivono i lavori delle studentesse dell’Accademia di Napoli, Laura Piccioni (2000, Sant’Omero – TE) e Monica Venuti (1999, Grottaglie – TA).
Il lavoro di Laura, “Botanica delle emozioni”, si struttura in tre fasi, comuni allo sviluppo botanico e a quello delle relazioni umane: SCELTA, CRESCITA e DIALOGO. Sul pavimento la scelta si manifesta nel percorso da fare per attraversare lo spazio espositivo, disseminato di coni di terra proveniente dall’orto adiacente alla residenza, cui tutti i partecipanti di AIR*M hanno lavorato a turno. Sopra ogni cumulo di terra si posa una sfera di petali di carta riciclata, tagliati a mano dall’artista con l’aiuto delle assistenti più grandi. Tre sono le dimensioni delle trenta sfere, a simboleggiare le opportunità che incontriamo e la difficoltà nello scegliere le più vicine a noi. Anche la terra utilizzata differisce, al variare della grandezza delle sfere: setacciata a livello di pigmento per le piccole; mista ai sassolini prelevati dalla frattura preistorica del Monte Genzana, che ha dato vita al lago di Scanno, per le medie; con una sola setacciatura, quindi quasi allo stato naturale, per le grandi. Questa genesi è ancora meglio rappresentata dal suo secondo lavoro: qui la crescita dei legami delle persone con il territorio è simboleggiata dall’intreccio a mano di sottili fili di lana da tessitura a formare la corda di un pendolo, la cui parte oscillante, mossa al passaggio dei visitatori, è costituita da una roccia proveniente dalla spaccatura seguita al terremoto del 1915, che ha travolto Frattura Vecchia, ricostruita più in basso negli anni Trenta. La fase del dialogo invece, è la finale del percorso evolutivo e rappresenta la volontà di equilibrio e stabilità tra due soggetti. Il lavoro si costituisce di due file composte ciascuna da tre pannelli in polpa di carta: i primi sono bianchi e presentano ognuno un inserto vegetale diverso che risulta poi amalgamato nei moduli della fila sottostante. Le specie vegetali scelte per gli innesti sono state: il fagiolo bianco, che in Italia cresce bene solo in una conca di Frattura, e il tasso barbasso, pianta spontanea dai diversi usi. Queste due piante sono state dapprima inserite singolarmente e poi nella terza colonna sono state innestate tra loro, in una valorizzazione reciproca delle loro differenze.